VI Congresso Nazionale Fai Cisl 24-26 maggio 2017
FAI CISL, LUIGI SBARRA CONFERMATO SEGRETARIO GENERALE
IN SQUADRA SEGRETERIA BUONAGURO, CORNELLI, GIANGIACOMI, SAADY
Luigi Sbarra confermato segretario generale della Fai Cisl. Il Consiglio generale nazionale della Federazione agro-industriale-ambientale lo ha eletto insieme ai componenti Segreteria Raffaella Buonaguro, Attilio Cornelli, Silvano Giangiacomi e Mohamed Saady. Nei prossimi giorni saranno rese note le deleghe e gli incarichi.
L’assise è iniziata il 24 maggio, dopo una fase congressuale che ha visto svolgersi quasi 1.500 assemblee di posto di lavoro, di Lega, di federazione territoriale, di strutture regionalizzate, in rappresentanza di oltre 200 mila iscritti alla Categoria. La tre giorni di lavori e dibattito si è conclusa conclusa con l’intervento della segretaria generale Cisl Annamaria Furlan.
Presente una numerosa delegazione della Segreteria Confederale Cisl, Segretari Generali e componenti di segreteria di Ust, Usi e Usr, Segreterie di Federazione, dirigenti di enti e associazioni di emanazione Cisl. Hanno partecipato, tra gli altri, la Segretaria Generale Flai Ivana Galli e il Segretario Generale Uila Stefano Mantegazza; il Presidente Confcooperative Maurizio Gardini; il Presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti; il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo; Claudia Merlino della Confederazione italiana agricoltori; una folta rappresentanza di Effat e Uita, del sindacato internazionale e dei gruppi aziendali agroalimentari.
Nel suo intervento il leader Fai ha ringraziato delegati e partecipanti, indicando la strada di un sindacalismo “ancorato saldamente ai valori, alla cultura solidaristica e partecipativa della Cisl”. Ricordando la figura di Piersanti Mattarella in occasione della ricorrenza della sua nascita, Sbarra ha sottolineato come “la sua lezione delle ‘carte in regola’ sia ancora oggi attuale ed essenziale per invocare politiche territoriali, nazionali e comunitarie che rispondano alla priorità della coesione”.
Pieno sostegno della Fai al percorso di Annamaria Furlan, “che ha rilanciato l’azione e il ruolo dei sindacalismo confederale in Italia e rinnovato il sindacato nel segno della trasparenza, del rigore, della certezza delle regole”. Un cammino “che deve continuare”.
Sbarra ha rilevato come “a dieci anni dall’inizio della Grande Recessione sia ancora impossibile parlare di ripresa”. La via è quella di un “Contratto per l’Italia e l’Europa che si incardina su quattro assi: fisco, previdenza e investimenti e riscatto del Mezzogiorno”. In particolare, sul versante pensioni, “vanno ridefinite regole che non penalizzino i lavoratori dell’agricoltura, gli stagionali alimentaristi, gli addetti alla pesca, che devono essere integrati nei meccanismi dell’Ape Social”. La Fai chiede inoltre di “correggere una normativa che non riconosce la natura gravosa, usurante, faticosa di alcuni comparti”. Bisogna poi “garantire l’accesso a migliaia di lavoratori stagionali agricoli nelle salvaguardie di Governo a tutela degli esodati”.
L’agroalimentare, ha sottolineato Sbarra, “deve tornare al centro delle prospettive di sviluppo nazionali: lo impone l’esigenza di far ripartire i consumi e l’obiettivo di portare l’export di comparto a 50 miliardi di euro entro il 2020. Un traguardo che potrebbe portare oltre 100 mila nuovi posti di lavoro in Italia. Servono misure “tese a rafforzare un sistema alimentare che, da un lato, vede poche grandi imprese affermate a livello mondiale e, dall’altro, vive dell’eccellenza di tante piccole e medie realtà”. E occorrono anche “maggiori garanzie per l’occupazione a bassa qualificazione”. Di fronte alle grandi sfide dell’agricoltura del domani occorre entrare con l’ottimismo della competenza senza dimenticare che il caporalato, è “ancora ferita mortale nel nostro Paese”. La partita decisiva ora si sposta “sul ruolo e le funzioni della Cabina di Regia. Sul tavolo, anche la recente abolizione dei voucher: “Bene l’abolizione in agricoltura, ma in altri settori il buono lavoro andava riportato a una disciplina che ne limitasse l’impiego al lavoro discontinuo e saltuario”.
In riferimento ai comparti ambientali, Sbarra ha ricordato come il “Piano Casa Italia debba far leva anche sui comparti forestali e della bonifica con iniziative che esaltino il ruolo dei lavoratori”. Gli interventi di ricostruzione, ha aggiunto, “costano più di un miliardo l’anno, molto più di una buona politica di manutenzione”. Il settore forestale va “sostenuto secondo un modello di prevenzione, protezione e produttività, seguendo le esigenze dei singoli territori ma con una strategia complessiva organica e nazionale”. A tal proposito, “va salutata con soddisfazione la prossima legge di riordino, in cui inserire anche “la questione di un contratto nazionale negato da cinque anni per la mancanza di una controparte pubblica”.
Nell’ultimo biennio la Fai Cisl “ha conquistato rinnovi contrattuali di grande valore e prospettiva che hanno coinvolto una platea “di oltre un milione di persone, con avanzamenti su partecipazione dei lavoratori alle dinamiche d’impresa, aggiornamento degli assetti contrattuali, potenziamento dei rapporti paritetici, welfare”. I rinnovi “garantiranno entro il 2020 lo sblocco di oltre 4 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i frutti della contrattazione decentrata”. Per quanto riguarda le dinamiche associative, “la Fai è cresciuta e si è consolidata”. Nel biennio 2015-2017 la Federazione “ha registrato l’ingresso di circa 15 mila nuovi associati, un incremento vicino al 7 per cento”.
Dove c’è la Fai, ha concluso Sbarra, “c’è un presidio di tutela, di fiducia, di sviluppo e di speranza per un domani migliore. Un domani che vogliamo continuare a costruire insieme, dentro una Cisl sempre più forte, per una Federazione consapevole dei propri valori e della propria identità e sempre più protagonista della crescita economica, sociale e umana dei suoi associati, di tutti i lavoratori, dell’Italia intera”.
Luigi Sbarra, 57 anni, sposato, due figli, è nato a Pazzano, in provincia di Reggio Calabria. Inizia la formazione sindacale nel 1984 a Taranto, nel Centro Studi Cisl. L’anno successivo viene eletto segretario generale della Fisba Cisl di Locri, la Federazione dei braccianti agricoli del sindacato di via Po. Dal 1988 al 1993 guida la Cisl della stessa cittadina per poi diventare segretario generale di Reggio Calabria, dove rimane fino al 2000. In quell’anno viene eletto al vertice del sindacato regionale, ruolo che ricopre per nove anni, fino al 2009, quando diventa Segretario confederale. È Segretario generale della Fai Cisl da aprile 2016.
>>> Relazione Segreteria Nazionale VI Congresso Nazionale Fai
Intervento di Claudia Sacilotto, segretaria generale FAI CISL FVG, al VI Congresso nazionale della FAI CISL
Un caro saluto a tutti Voi da parte della delegazione della FAI del FVG,
in modo particolare ad AnnaMaria
I giorni del Congresso sono un momento di festa, in cui ci incontriamo numerosi non solo per eleggere la classe dirigente ma anche per fare un’analisi di quanto fatto negli ultimi anni e assumerci gli impegni per i prossimi.
Gli ultimi 4 anni sono stati intensi di lavoro e di emozioni; in cui abbiamo dedicato molte energie a parlare di noi: accorpamento FAI FILCA e sua mancata realizzazione, assemblea organizzativa, congresso straordinario un anno fa ed eccoci di nuovo insieme per questa importate assise.
L’ottima relazione di Gigi non lascia spazi per integrazioni, ma ci permette di avere un bagaglio di contributi per la nostra quotidiana attività.
Tanti sono gli argomenti che vorrei trattare però mi dovrò necessariamente concentrare su alcuni, partendo innanzitutto dal presentarvi la FAI del Fvg
che si è regionalizzata all’ultimo congresso del 2013, dopo anni che se ne discuteva negli organismi, abbiano preso la situazione in mano e deciso di regionalizzare la Federazione, visto che c’era tra l’altro in progetto la regionalizzazione della CISL del FVG – deliberata con questo ultimo congresso – l’obiettivo per la FAI del FVG era ed è dare pari opportunità a tutti i territori
in primis ai territori ‘estremi’ della nostra regione, cioè Alto Friuli e Trieste i quali – per il numero di associati presenti negli ultimi 12 anni – non potevano permettersi un operatore a tempo pieno che seguisse territorio, aziende e non ultimo iscritti e lavoratori del nostro settore agro-alimentare.
La FAI, non è una novità, non ha mai creduto nei consorzi intercategoriali con operatori impegnati in più federazioni perché consapevole che necessitiamo – proprio per la specificità della nostra Federazione e del settore agricolo, che da noi rappresenta i 2/3 degli associati – di farci rinnovare la loro fiducia ogni anno.
Basti pensare che nel 2016 il 65% dei nostri associati hanno riconfermato l’iscrizione annuale alla FAI ed ogni anno abbiamo un ricambio di circa il 15%.
Quale altra Federazione all’interno della Cisl è soggetta a questo rincorrere di iscrizioni?
Questo da la dimensione reale di quanto siano per noi importante che i servizi all’interno della Cisl siano incentrati ‘a servizio’ dell’associato, quanto sia importante che l’iscritto si senta accolto in casa Cisl e non trattato come semplice cliente.
Il buongiorno, un sorriso o il solo accompagnare l’associato nel giusto ufficio Cisl dovrebbe essere ‘la normalità’ per chiunque operi nel sociale, quindi anche a casa nostra.
Inas, Caf, Anolf sono servizi indispensabili nella quotidiana attività della FAI non sempre però si riscontrano altrettanta sensibilità, pur in presenza di professionalità elevate.
I protocolli sottoscritti tra le parti indubbiamente sono importanti, ma la differenza la fa sempre la persona che opera in quel servizio ed è fuori discussione che chi opera in un contesto sindacale dovrebbe obbligatoriamente avere una formazione sindacale ed un approccio sindacale, che deve essere verificato e non dato per scontato.
Altrimenti sarà vano il lavoro che sviluppiamo noi sindacalisti per rafforzare od aumentare il numero di associati. Per fare un iscritto possono servire ‘mesi’ di attenzioni verso quel lavoratore o lavoratrice, mentre per perderlo pochi minuti.
Quella di creare rete tra noi è una grande opportunità rimasta inespressa fin’ora.
Va riconosciuto il lavoro importante effettuato dal livello nazionale, negli ultimi mesi: soprattutto da febbraio 2016 ad oggi, per i molti contratti nazionali chiusi con buoni se non ottimi risultati, a partire dal rinnovo del ccnl dell’industria alimentare per finire con quello della panificazione.
Segno della nostra capacità nel fare contrattazione, di stare sul pezzo e di portare a casa il risultato, anche ottimi.
Ora, con l’attivo unitario nazionale che ha approvato le linee guida sulla contrattazione di 2^ livello, si apre una nuova stagione, quella della contrattazione aziendale o territoriale.
Sentire l’altro giorno, la condivisione totale da parte della Flai Cgil, sull’importanza di sviluppare il welfare, la bilateralità, la previdenza complementare … fa venire l’orticaria … solo pensando che fosse dipeso da loro il fondo sanitario FASA nel contratto dell’industria alimentare non sarebbe mai stato attivato, senza pensare alla loro posizione sulla previdenza complementare fino a pochissimo tempo fa …
Sono convinta che questa stagione porterà buoni risultati ai lavoratori e alle lavoratrici che rappresentiamo.
In FAI però dobbiamo attivare una nuova stagione incentrata sulla formazione, per migliorare ed elevare le nostre competenze e le nostre professionalità che devono essere di qualità, perché di lavoro da svolgere ne abbiamo tanto e in primo luogo, appunto, tanta contrattazione da sviluppare e proporre sia a livello aziendale, ma cogliendo la possibilità di farlo a livello settoriale e/o territoriale … però per proporre dobbiamo essere consapevoli cosa proporre, come proporlo. e soprattutto perché lo vogliamo proporre.
Formazione significa anche saper trasmettere le giuste motivazioni di appartenenza ad un ideale, ad un progetto comune, ai valori che fanno stare insieme dentro una organizzazione; alla lealtà che necessariamente deve contraddistinguere chi fa parte di un gruppo dirigente, al fatto che ci debba essere, a prescindere, il rispetto delle regole, siano esse esterne che interne.
Alla importanza che deve essere data alla selezione del gruppo dirigente.
Perché se è vero, come purtroppo è vero, che altre sigle sindacali hanno fatto campagna acquisti tra i nostri Dirigenti i quali si sono sentiti autorizzati anche a portarsi dietro ‘il loro pacchetto azionario’ significa che qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione, che abbiamo dato per scontato dinamiche che nell’essere umano non sempre lo sono.
Significa altresì, a mio modesto avviso, che questi ex colleghi avevano sempre considerato gli iscritti CISL, di loro appartenenza e non facenti parte di una organizzazione, come correttamente dovrebbe essere.
Queste assise sono interessanti altresì perché abbiamo la possibilità di sentire le rappresentanze nazionali degli interlocutori che incontriamo a livello regionale, magari che affermano l’opposto di quanto mettono in pratica nei territori.
Consorzi di bonifica ed associazione allevatori, sono gestiti per la maggioranza da dirigente Coldiretti, enti chesono di vitale importanza per l’attività agricola ma anche per la popolazione in generale.
In un territorio in continua evoluzione, ove al primo posto vengono messi i soli interessi economici, ci si dimentica che esiste la “legge dell’acqua”: ciò significa che anche una pioggia di entità leggermente superiore alla media, provoca sempre più esondazioni e disagi.
I consorzi, a mio avviso, dovrebbero essere i garanti, dal punto di vista idraulico, della compatibilità relativa a nuovi insediamenti e nuove opere.
È inoltre dimostrabile e facilmente quantificabile, come la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua eseguita con regolarità abbia costi di gestione di gran lunga inferiore rispetto agli interventi di manutenzione straordinaria che, eseguiti in emergenza, portano inevitabilmente dei costi maggiori, perché devono coprire anche il costo dei danni.
La politica ambientale per la tutela del territorio dovrebbe coniugarsi con quella idraulico-forestale per la montagna.
Questo tema riguarda tutta la popolazione, non solo chi lavora la terra.
Quanti i disastri idrogeologici negli ultimi anni? Quanti potevano essere prevenuti con una attenta programmazione di interventi sul territorio? Quanta occupazione potrebbe creare un progetto integrato che abbia al centro il territorio?
E non si banalizzi sempre sulla mancanza di risorse perché poi quando si presentano le emergenze o peggio ancora le tragedie le risorse bisogna trovarle.
Stessa attenzione va data all’Associazione allevatori. La regione FVG finora ha creduto all’attività da loro svolta, ma servono scelte nazionali lungimiranti che diano prospettive positive a questo settore.
La grossa battaglia che a livello sindacale stiamo sostenendo – ma pare con poco successo – è quello di mantenere uniformi e finanziati su tutto il territorio nazionale i Controlli Funzionali e sembra che il tutto passerà attraverso il Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, relativo alla biodiversità animale.
I controlli funzionali, a nostro avviso, vanno salvaguardati non solo per il miglioramento genetico degli animali, ma soprattutto per la certificazione delle produzioni zootecniche: carne, latte e prodotti derivati, a tutela del consumatore.
Certo è che assistiamo a dei paradossi incredibili in questo nostro Paese: da una parte il consumatore e le aziende di trasformazione chiedono sempre maggiore qualità, prodotti garantiti, legati al territorio e con requisiti di sicurezza alimentare e tracciabili, dall’altra, pur avendo enti preparati e funzionanti, cosa facciamo ? Pian piano li svuotiamo…
Il sistema allevatoriale deve, d’altro canto, fare un ulteriore passo in avanti e cioè uscire dal suo piccolo mondo in quanto oramai non c’è più spazio per posizioni autarchiche o di privilegio.
Auspichiamo nel contempo che a livello nazionale ci sia un impegno concreto sul futuro di questo settore, perché in questo momento non intravediamo una strategia neppure sindacale, per uscire da questa empasse che dura da troppo tempo. Va ricordato che il CCNL per i dipendenti del settore è in attesa di rinnovo dal lontano 2010.
La zootecnia è importante non solo come attività produttiva, ma perché zootecnia significa presenza e presidio del territorio, significa occupazione, tradizioni, costruzione di filiere, possibilità di trasformare il prodotto ‘latte’ e ‘carne’ ‘acquisendo valore aggiunto’. Zootecnia significa vita.
E’ sotto gli occhi di tutti che l’ultima riforma del mercato del lavoro non ha prodotto gli effetti occupazionali che il Governo Renzi si attendeva; al di là dei decimali in più o in meno…
Se è vero che il lavoro e la persona non esistono in generale, come massa, è altresì vero che è impossibile svilire il lavoro in nome della persona o la persona in nome del lavoro. Altresì non si possono promuove il lavoro senza la persona, come la persona senza il lavoro.
La persona è incarnata, s’impegna nel mondo e nella vita, è fatta per rischiare, scegliere, sorpassarsi, aprirsi, collaborare con altri. Il lavoro a sua volta è pieno di dignità tanto quanto la persona.
Noi CISL intendiamo il lavoro come realizzazione della persona, come contributo della persona verso la società e non solo come reddito per vivere o sopravvivere, anche se importante.
La riforma Fornero ha un effetto devastante:
– sia per l’allungamento delle uscite dal lavoro
– sia perché tutti i lavori non sono uguali
– ma altresì per il blocco delle entrate dei giovani, che anche se pieni di buona volontà non trovano una occupazione che si possa definire tale, con un tasso di disoccupazione da far arrossire.
In FVG negli ultimi 3 anni sono immigrati verso l’estero 12.000 ragazzi, nella maggioranza laureati. E’ implicito che se le menti migliori vanno all’estero non ci sarà innovazione in Italia.
Ma altresì una domanda dovrebbe sorgere spontanea… perché se egoisticamente – sbagliando – non volessimo preoccuparci per il futuro lavorativo dei giovani … ci siamo chiesti … chi pagherà le future pensioni ?
E’ evidente che così non può andare, che serve una svolta, un atto di coraggio della classe dirigente politica che ci faccia uscire da questa situazione paradossale ed assurda.
Attenzione! Perché non sono i sacrifici che fanno fare le rivoluzioni alle masse, ma le iniquità e le disuguaglianze evidenti adottate e perpetuate dai Governi verso i cittadini. La riforma Fornero ha saputo cambiare, in una sola notte, la vita a migliaia di lavoratori/lavoratrici ma nulla ancora è stato fatto per le pensioni d’oro o per i vitalizi…o per le rendite …
Si rende quanto mai necessario intraprendere un nuovo corso: un patto per la coesione, l’occupazione e lo sviluppo nazionale, che metta in condizioni di dare un contributo costruttivo e responsabile a tutti gli attori sociali in grado di farlo.
Io sarei pronta a fare anche un patto generazionale con i giovani:
Perché non ‘rispolverare’ una vecchia proposta della CISL …per uscire da questa empasse: Lavorare meno per lavorare tutti, perché non provarci ?
E non è che le donne stiano meglio in termini occupazionali, infatti siamo la cenerentola nella classifica europea, che al di là del valzer dei decimali, si attesta attorno al 48% contro il 66% degli uomini, con un tasso di occupazione di 11 punti più basso rispetto alla media dell’UE a 28.
I dati internazionali mostrano tra l’altro l’Italia in 111^ posizione su 145 paesi (dato 2015) in termine di partecipazione ed opportunità economica delle donne.
L’accesso e la partecipazione al mercato del lavoro, le retribuzioni più basse, i ridotti incentivi alla genitorialità, l’inadeguatezza di un sistema di welfare pubblico, rende difficoltoso per una donna lavoratrice: l’occupazione.
L’occupazione femminile resta per la Cisl una pre-condizione fondamentale per affrancare le donne dalla violenza, purtroppo in continua crescita: la donna che non lavora oltre ad essere più a rischio di subire violenza diretta deve sottostare spesso ad un’altra forma di violenza più subdola quella della mancanza dei mezzi di sussistenza necessarie per venir fuori da questo circolo vizioso, soprattutto in presenza di figli.
Unitariamente con Confindustria a livello nazionale è stato sottoscritto un protocollo contro la violenza nei luoghi di lavoro; dovremmo attivarci – qualora non l’avessimo già fatto – di dargli gambe a livello regionale/locale/aziendale, perché dall’odioso fenomeno della violenza si può uscire solo parlandone ed agendo.
E’ sbagliato far finta di nulla, restare indifferenti perché sentiamo ‘sia una cosa da noi lontana’, la violenza sulle donne è una piaga che ci tocca da vicino, molto più vicino a quanto possiamo immaginare. Quindi va combattuta e debellata.
Concordo sulle parole di Papa Francesco che la donna è sale nella vita… e non miele…
Concludendo, ringrazio Gigi per il tanto lavoro compiuto con noi dal novembre 2015, e nel esprimergli apprezzamento, la FAI del FVG gli conferma la fiducia, altresì per la segreteria che vorrà scegliere.
Ringrazio altresì tutto lo staff nazionale per il supporto che ci da nelle diverse attività.
Con domani basta parlare di noi, concentriamo sul costruire il futuro, un futuro migliore per il bene dei tanti lavoratori che rappresentiamo.