PARITÀ, FAI CISL: NON C’È RIPARTENZA SENZA STOP A VIOLENZA E DISCRIMINAZIONI
Rota: “Conquiste rilevanti nel rinnovo del contratto alimentare”
ROMA, 25 NOVEMBRE 2020 – “Il problema della violenza di genere è profondamente culturale, va affrontato rimodulando pensieri e linguaggi, ma anche intervenendo su tanti aspetti concreti, legati all’economia, al lavoro, alla nostra legislazione.
Rilanciamo il bisogno di un’agenda politica che metta la parità al centro della roadmap per uscire dalla crisi, perché non può esserci ripartenza senza lo stop alle discriminazioni di genere, senza politiche aggiornate per una società più equa, senza concrete opportunità occupazionali per le donne”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl intervenendo oggi al webinar “Diritti, tutele e parità di genere: un impegno per tutti”, organizzato dal sindacato agroalimentare e ambientale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
I settori agroalimentari, è emerso durante l’incontro, devono molto alla presenza femminile. Non solo in agricoltura, ma anche nell’industria alimentare. “Settore – ha affermato Rota – in cui il rinnovo contrattuale è stato il luogo più idoneo proprio per costruire conquiste rilevanti sui temi della conciliazione tra tempi di vita e lavoro, del potenziamento e accesso al lavoro agile, dell’estensione dei congedi parentali, dell’esenzione dal lavoro notturno per le lavoratrici che rientrano dalla maternità, del congedo per le donne vittime di violenza”.
All’incontro, è intervenuta anche Valentina Cardinali, Ricercatrice Inapp e Consigliera di parità della Regione Lazio: “Confidiamo nel Recovery Plan – ha affermato – per avere nuove risorse con le quali investire sui cambiamenti necessari”.
Mentre la segretaria nazionale della Fai Cisl, Raffaella Buonaguro, ha ricordato la campagna del sindacato europeo CES-ETUC sulla trasparenza salariale di genere, alla quale ha aderito anche la Federazione: “Esiste un divario del 16% in tutta Europa tra la retribuzione lorda oraria degli uomini e delle donne – ha detto la sindacalista – per questo occorre investire sulla riduzione del divario salariale e su misure che consentano alle donne di rimanere nel posto di lavoro”.