CASO BARBATELLE
COMUNICATO STAMPA
Creano stupore le dichiarazioni della FLAI-CGIL, pubblicate dalla stampa locale, soprattutto perché c’è anche la loro firma
nell’accordo regionale datato 15 novembre 2012… cui nota a verbale così recita:
le problematiche del lavoro collegate a specificità locali saranno trattate ai tavoli provinciali o con accordi
aziendali.
Tutte le Organizzazioni sindacali e datoriali che hanno partecipato alle trattative dell’ultimo rinnovo da tutte sottoscritto,
dopo 10 mesi dalla sua scadenza senza alcun recupero retributivo per il periodo vacante – questo a significare quanto è
difficile la contrattazione nel settore agricolo – sapevano bene ciò che questo significava: affrontare in sede provinciale o
aziendale il contenzioso apertosi nelle aziende agricole interessate alla piantagione e raccolta ‘delle barbatelle’
sull’inquadramento contrattuale da applicare a questi lavoratori.
Quella nota era stata riportata proprio perché la FAI CISL già da diversi anni aveva sottoscritto accordi ‘sperimentali in
deroga’ al CCNL e regionale, strumento, questo che ha la sua fonte anzitutto dall’accordo interconfederale del 28 giugno
2011, sottoscritto anche dalla Cgil, ma soprattutto nell’art. 8 dalla legge n. 148 del 2011.
In particolare, sfugge a chi si erge a censore, che tale ultima norma consente a contratti aziendali o territoriali, anche con
efficacia generale, di derogare la disciplina legale e quella collettiva nazionale di fondamentali materie “con specifiche
intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, all’adozione di forme di partecipazione dei
lavoratori, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi
aziendali e occupazionali, agli investimenti e all’avvio di nuove attività”.
Sia l’accordo interconfederale che la legge, dunque, scelgono come fonte derogatoria l’autonomia collettiva a livello
aziendale (e la legge anche a livello territoriale), affidando così alla responsabilità sindacale il proporzionamento delle
tutele a specifici contesti per favorire lo sviluppo e l’occupazione.
E soggetti abilitati alla stipulazione in deroga, altrimenti nulla, sono individuati solo con riferimento alla parte sindacale,
trattandosi di accordi ablativi che esigono l’affidabilità di chi dispone delle tutele: e la Fai Cisl FVG è un sindacato affidabile
e responsabile. Per questo sono abilitate le “associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale o territoriale”.
Se è vero che la storia dovrebbe insegnare… chi si vanta di tutelare i lavoratori e si mette a dare lezioni, di non si sa che
cosa, dovrebbe documentarsi su come questi lavoratori venivano prima inquadrati e conseguentemente retribuiti. La FAI
CISL, prima di trovare l’intesa con un accordo sperimentale, aveva aperto un contenzioso con le aziende ‘del settore
barbatelle’, seguite dalla Coldiretti, che durava da diversi mesi.
A tutto voler concedere e nulla ammettere, se fosse vero che la FAI CISL non ha la ‘potestà’ di derogare ai CCNL, la FLAICGIL
dovrebbe spiegare come mai nella nostra regione esistono ancora le ‘tariffe di raccolta’ o la figura dei ‘90isti’
(garanzia occupazione di 90 giorni anni con paga più bassa rispetto al comune), accordi in cui è presente anche la firma
della FLAI CGIL e che di fatto permettono una retribuzione inferiore agli ‘operai comuni’ cui la stessa Flai Cgil afferma non
si possa scendere.
Il settore agricolo è un settore molto frammentato e particolare, dove il 90% degli occupati vengono assunti con contratto
a tempo determinato e per fasi lavorative ed anche per poche giornate all’anno.
Si documenti meglio la FLAI CGIL, sugli accordi sperimentali sottoscritti dalla FAI CISL FVG, che garantiscono periodi
minimi di occupazione e cioè più giorni di lavoro, danno diritto ad accedere alla disoccupazione agricola all’indennità di
malattia, di maternità… e anche il diritto alla pensione e, aumentano di circa € 50,00 alla settimana il salario rispetto a
quanto era in ‘uso’ prima. Il tutto regolato da accordi sindacali realizzati alla luce del sole.
La retribuzione per questi lavoratori, quindi, è oggi superiore di 1,30 € all’ora rispetto alla tariffa di raccolta cui i
lavoratori erano ‘assoggettati’ prima degli accordi sperimentali, tanto contestati … a mezzo stampa dalla CGIL.
Ma la domanda sorge spontanea … finora la FLAI-CGIL dove è stata? Che tutele ha contrattato per questi lavoratori?
Perché, pur invitata, non si è mai presentata al tavolo provinciale di Pordenone? La FAI con questi accordi aziendali e di
prossimità è vicina e tutela gli interessi dei lavoratori che operano nel settore delle barbatelle, regolando la materia
dentro gli spazi che la legge ed i contratti di settore prevedono offrendo tutela retributiva, occupazionale e contributiva.
Claudia Sacilotto – Segretaria regionale FAI CISL FVG