Caldo e lavoro agricolo, tavolo aziende-sindacati sulla tutela della salute
“Oltre alla modifica degli orari di attività in campo – spiega Stefano Gobbo della Fai Cisl Fvg – l’accordo prevede fornitura di acqua, abiti leggeri, creme solari”
E’ il primo accordo di prevenzione per gestire eventi climatici estremi messo a punto in regione da sindacati e associazioni di categoria per il settore dell’agricoltura. Ci stavano lavorando da tempo ma il gran caldo delle ultime settimane ha spinto ad accelerare i tempi per scongiurare rischi per la salute dei lavoratori. Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Confagricoltura, Coldiretti e Cia lo sottoscriveranno nei prossimi giorni.
E’ il primo accordo di prevenzione per gestire eventi climatici estremi messo a punto in regione da sindacati e associazioni di categoria per il settore dell’agricoltura. Ci stavano lavorando da tempo ma il gran caldo delle ultime settimane ha spinto ad accelerare i tempi per scongiurare rischi per la salute dei lavoratori. Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Confagricoltura, Coldiretti e Cia lo sottoscriveranno nei prossimi giorni.
“Il protocollo prevede una attività ridotta, la fornitura costante per i lavoratori di acqua, degli indumenti leggeri e perché no anche delle creme solari per quelle che sono le ore più calde della giornata perché in questo momento il lavoratore va protetto”, dice Stefano Gobbo, segretario generale Fai Cisl.
I sindacati fanno sapere che insieme a enti bilaterali stanzieranno dei fondi ad hoc per la fornitura di creme solari a lavoratori e aziende agricole. Il protocollo impegna i datori di lavoro anche a garantire zone ombreggiate attraverso l’uso di tende o gazebo e a verificare le previsioni meteo prevedendo anche controlli sul rispetto delle regole.
Sul fronte nazionale intanto sindacati, governo, parti datoriali, Inps e Inail lavorano ad un analogo protocollo che come durante la pandemia garantisca la cassa integrazione attraverso norme speciali. In agricoltura è prevista solo per i tempi indeterminati e solo in caso di stato di calamità, come col covid, per gli stagionali che nel settore sono la maggioranza dei circa 18 mila occupati.
In attesa degli sviluppi la gran parte delle aziende agricole sta intanto già correndo ai ripari con una serie di contromisure ma la situazione resta difficile. “Le lavorazioni fatte in campo in queste giornate risentono delle ondate di calore improvvise – spiega Gobbo – e c’è una sofferenza importante da parte dei lavoratori”. “Abbiamo delle aziende virtuose che stanno riorganizzando la loro attività per svolgere le lavorazioni pesanti negli orari e giornate più freschi con un anticipo dell’attività lavorativa e un termine che non prevede l’attività nel pomeriggio”, aggiunge il sindacalista. “Purtroppo però ci sono anche lavorazioni che si svolgono in alcune aziende per tutta la giornata”
L’allarme dei sindacati è sulle aziende senza terra gestite da manodopera straniera che forniscono supporto a realtà meno strutturate e che anche in regione sono sempre più diffuse.