Agricoltori, Rota (Fai-Cisl): “Su condizionalità sociale PAC serve uno sforzo maggiore da parte di tutti i Paesi”
Il sindacalista è intervenuto a Bruxelles all’incontro “Verso una PAC più giusta per i lavoratori”, con la partecipazione di Nicolas Schmit.
Sulle mobilitazioni in corso: “Evitare che i movimenti siano strumentalizzati in nome di un populismo che non fa bene a nessuno”
Bruxelles, 1 febbraio 2024 – “La sfida della condizionalità sociale nella Politica Agricola Comune è stata una conquista basilare per tutelare meglio lavoratrici e lavoratori, ed è positivo che l’Italia sia tra i Paesi che per primi hanno voluto attuarla. Il fatto che il Governo Meloni, dopo il primo Decreto del 17 marzo 2023, che avevamo criticato, abbia implementato le sanzioni e allargato il loro campo di applicazione, è certamente un passo in avanti tuttavia non sufficiente: sarà fondamentale monitorare la concreta attuazione delle nuove norme e implementare controlli e ispezioni”. Lo ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota intervenendo a Bruxelles, nel Parlamento Europeo, in rappresentanza dei sindacati italiani di categoria, all’incontro “Verso una PAC più giusta per i lavoratori”.
“Il rischio – ha spiegato Rota – è che molti imprenditori possano considerare più conveniente pagare eventuali sanzioni che non rispettare i vincoli, invece la condizionalità sociale deve servire proprio a disincentivare il lavoro nero e grigio e qualsiasi forma di sfruttamento. Inoltre bisogna fare uno sforzo in più sul piano informativo e agevolare le aziende che puntano su qualità, concorrenza leale, legalità. In vista delle prossime elezioni europee, chiediamo a tutti i Paesi e a tutte le forze politiche un impegno più concreto per la piena attuazione della condizionalità sociale della PAC. Per realizzare questo impegno – ha aggiunto il leader della Federazione agroalimentare della Cisl – serve più dialogo sociale, maggiore partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, più coinvolgimento dei sindacati dei lavoratori nei processi decisionali, e le nostre organizzazioni sono certamente pronte a fare la propria parte con tutti gli strumenti a disposizione”.
All’audizione, oltre a sindacalisti di diversi Paesi e dell’Effat, federazione europea dei sindacati dell’agroalimentare, sono intervenuti gli europarlamentari Maria Noichl e Martin Häusling, la Segretaria Generale dell’Agenzia europea Agricoltura e Pesca Patricia De Clercq e Nicolas Schmit, Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione. Rota ha anche commentato le mobilitazioni in corso a Bruxelles e in tutta Europa: “Se il problema è chiedere più risorse, o diversi criteri per la loro assegnazione – ha detto – è possibile farlo nel solco delle associazioni sindacali e della rappresentatività democratica: incendiare le bandiere europee, bloccare strade, attaccare in maniera generica l’Unione Europea e il Green Deal, danneggiare le attività di qualche catena di ristorazione, non risolve nulla e anzi danneggia i lavoratori: bisogna evitare che questi movimenti siano strumentalizzati in vista delle prossime elezioni in nome di un populismo che non fa bene a nessuno”.