Rinnovo CCNL per gli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima
COMUNICATO STAMPA
Lo scorso 16 dicembre è stata siglata da Fai, Flai, Uilapesca e Federpesca, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL per gli addetti imbarcati su natanti esercenti la pesca marittima.
In questo rinnovo sono stati raggiunti dei significativi risultati sia da un punto di vista economico che normativo:
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l’incremento del Minimo Monetario Garantito del 5,8% da corrispondere in due tranche:
– dal 1° gennaio 2015 nella misura del 3,5%,
– dal 1° gennaio 2016 per il restante 2,3%; -
l’incremento dell’indennità che le imprese di pesca, qualora evadano il contributo ad E.BI.Pesca, dovranno erogare mensilmente al lavoratore che passa da 15€ a 20€;
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un incremento delle ore di formazione per la sicurezza che passa da 12 a 16 (in tal modo viene implicitamente riconosciuto che la pesca rientra tra le attività ad alto rischio (oggi è considerata a medio rischio), ai sensi del D.L. n. 81/2008);
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la definizione di una certificazione dei turni di lavoro notturno svolte dagli imbarcati, ai fini del riconoscimento dell’attività di pesca come lavoro usurante;
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l’incremento da 30 a 36 ore di permessi retribuiti per accedere ai corsi di formazione professionale;
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la riduzione da 24 a 20 mesi necessari al mozzo per accedere alla qualifica di marinaio;
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l’ inquadramento e il riconoscimento della figura del marinaio polivalente;
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l’incremento dell’indennità giornaliera dovuta al dipendente in caso di attività lavorativa nei giorni festivi, che passa da 14 a 16 euro;
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l’indennizzo di perdita di corredo per quei lavoratori che esercitano la pesca mediterranea che passa dal 50% all’80% di quella prevista per la pesca oceanica.
Questo rinnovo ha consentito di introdurre degli importanti elementi di modernizzazione che, specialmente in questo difficile periodo di crisi del settore, sono fondamentali per garantire la crescita ed il rilancio del settore.
Infatti, la particolarità dell’attività di pesca connotata da orari e ambienti di lavoro peculiari e logoranti, la mancanza di ricambio generazionale, la crisi del caro gasolio che da anni grava sul comparto e che è ormai divenuta strutturale, le restrittive previsioni normative a livello comunitario che poco tengono conto delle caratteristiche della pesca in Italia, la grave crisi economica europea e mondiale, continuano a penalizzare sempre di più questo settore rispetto a tutti gli altri comparti lavorativi per cui il CCNL per i lavoratori imbarcati rappresenta il patrimonio storico fondamentale per la crescita del settore.