Interruzione trattative CCNL Industria Alimentare
Dopo due giorni di intenso confronto avvenuti il 19 e 20 febbraio u.s., le chiusure dimostrate da Federalimentare nonostante l’impegno delle Segreterie nazionali di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL unitamente alla Delegazione trattante, hanno reso inevitabile l’interruzione delle trattative per il rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre 2019.
Al momento infatti, appaiono inconciliabili le disponibilità della Controparte rispetto alla piattaforma presentata che intende dare al rinnovo contrattuale contenuti innovativi e soluzioni concrete per migliorare diritti, tutele e salario dei circa 400mila addetti dell’industria alimentare, di cui in Friuli VG circa 8.000.
Un settore che, grazie anche alle professionalità e all’impegno di lavoratrici/lavoratori, rappresenta un fiore all’occhiello dell’economia italiana, infatti, l’Istat ha certificato una crescita della produzione industriale alimentare nel 2019 del + 3%, un dato di gran lunga superiore al manifatturiero in generale. Indici positivi dal fatturato all’export, export raddoppiato negli ultimi 10 anni è, passando da 20 a 47mld.
In questo contesto positivo, Federalimentare ha accolto parzialmente la proposta sindacale di introdurre due nuovi elementi della retribuzione, sotto riportati al parametro contrattuale 137, e che sono:
L’ELEMENTO AGGIUNTIVO ALLA RETRIBUZIONE, a favore di tutte le lavoratrici/lavoratori, da loro quantificato in € 12,00, che significano: al 4^ livello € 10,50 e al 5^ livello 9,60;
IL PREMIO PER OBIETTIVI, per i tantissimi dipendenti del settore privi di un contratto aziendale: pur essendo stata accolta la richiesta sindacale di riscrivere l’articolo per renderlo esigibile, riteniamo insufficiente l’importo proposto: € 29,00, che significano: per il 4^ livello € 25 e per il 5^ livello € 23;
mentre la proposta di aumento sui MINIMI RETRIBUTIVI si è fermata a 94€, che significano: € 82 per il 4^ livello e € 75 per il 5^; aumenti da distribuire in 4 anni di valenza contrattuale.
Gli importi economici sono stati ritenuti da FAI Cisl, FLAI Cgil e UILA Uil assolutamente insufficienti.
Le posizioni rimangono distanti inoltre su:
WELFARE, infatti la controparte intende dal 1° giugno 2020, far pagare ai lavoratori un contributo mensile pari a 2€ per l’iscrizione al Fondo sanitario: Fasa;
FORMAZIONE, di fronte alla digitalizzazione, alle innovazioni tecnologiche e alla robotizzazione dei processi si riscontra una scarsa sensibilità nell’investire sulla formazione dei dipendenti;
TELELAVORO E SMART WORKING, una chiusura ad affrontare l’argomento mentre per le OO.SS. rappresentano modalità di svolgimento ‘del lavoro’ sempre più centrali proprio sull’utilizzo crescente delle nuove tecnologie; anche il diritto alla disconnessione è rimasto inascoltato;
RICAMBIO GENERAZIONALE, di fronte al fatto che il 25% degli occupati ha una età media tra i 54 ed i 60 anni, riteniamo necessario trovare meccanismi che incentivino i giovani ad entrare nel mondo del lavoro e, allo stesso tempo, accompagnino i lavoratori anziani ad uscirne;
COMUNITA’ DI SITO, riteniamo vadano ridotte le differenze tra lavoratori che operano nella stessa azienda per le attività appaltate;
CLASSIFICAZIONE, è stata richiesta la rivisitazione in considerazione dell’introduzione di nuove tecnologie che portano ad una elevata professionalità con polifunzionalità e la polivalenza costanti;
Una serie inaccettabile di chiusure che hanno portato inevitabilmente alla rottura del negoziato.
A fronte di questa presa di posizione, FAI CISL, FLAI CGIL, UILA UIL con la Delegazione trattante hanno indetto un primo pacchetto di agitazioni che prevede:
• il blocco immediato delle flessibilità e degli straordinari per i prossimi 30 giorni;
• fissato, per il 2 marzo, tre Attivi interregionali a Milano, Bologna e Napoli, nei quali discutere dello stato della trattativa.
A FRONTE DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS QUESTI SONO STATI RINVIATI A DATA DA DESTINARSI.
Claudia Sacilotto
Segretaria regionale FAI CISL FVG