DUE ANNI DI CONQUISTE DELLA FAI CISL
PROTAGONISTA DEL PRESENTE, PROIETTATA AL FUTURO
Il 2016 è alle spalle, con il suo carico di fatica e di vittorie. Per la Fai Cisl si apre un nuovo anno
denso di sfide e di opportunità, a cominciare dall’apertura della fase congressuale. Percorso che si
inserisce in un contesto economico e sociale assai difficile e che richiede il contributo più largo e
responsabile nella direzione di proposte capaci di realizzare le aspettative dei nostri lavoratori e
delle loro famiglie.
In un anno e mezzo abbiamo già fatto tanta strada, con progressi formidabili sia sul versante
politico e rivendicativo che su quello contrattuale e legislativo. Il 2016 è stato l’anno importante
per l’unanime riconoscimento delle eccellenti potenzialità del sistema agroalimentare del nostro
Paese. Tutti gli indicatori economici e sociali segnalano le virtù anticicliche dei nostri comparti di
riferimento sindacale rispetto ad altri. Ma il 2016 può essere ricordato anche per la conquista della
legge contro il caporalato attesa da anni. Un traguardo storico, che finalmente dota l’Italia di
strumenti penali e di leve sociali capaci di metterla in linea con gli altri grandi Paesi europei.
La nuova disciplina contro lo sfruttamento del lavoro agricolo premia la mobilitazione della nostra
Federazione, iniziata con la manifestazione di Rosarno nel 2015 e culminata con la grande sfilata
nazionale di Bari del 25 giugno 2016, quando oltre 15 mila braccianti agricoli hanno unito voci e
bandiere per invocare una svolta di dignità e giustizia, su precisi punti di merito. Quelle voci e
quelle bandiere, insieme a un’incessante attività di pressing istituzionale da parte della Fai
nazionale, hanno creato le condizioni per sbloccare un provvedimento sui quali contenuti
rivendichiamo con orgoglio la paternità.
Lo scorso anno abbiamo inoltre ottenuto la firma con i Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e
dell’Interno del cosiddetto Protocollo del Viminale, che apre ad azioni partecipate sul tema dei
lavoratori immigrati con interventi su integrazione, politiche abitative, sicurezza, trasporti,
formazione in corrispondenza dei territori maggiormente colpiti dallo sfruttamento.
Contemporaneamente abbiamo neutralizzato il rischio di un innalzamento a 7mila euro del
pagamento consentito dalle singole aziende mediante voucher e accorciato drasticamente i tempi
di comunicazione all’Inps per la relativa tracciabilità. La nostra battaglia per l’abolizione dell’odioso
buono-lavoro in agricoltura prosegue ora senza sosta.
Sempre sotto il profilo legislativo, abbiamo lavorato insieme al livello confederale per incalzare il
Governo su un Piano Casa che esalti il ruolo dei lavoratori idraulico-forestali e dei consorzi di
bonifica. La mobilitazione Fai ha poi condotto all’adozione di un Piano nazionale e all’istituzione di
un tavolo partecipato in Conferenza delle Regioni compartecipato anche dal Ministero delle
Politiche agricole e forestali. Strumento che deve puntare allo sviluppo delle immense potenzialità
dell’economia della foresta, dei bacini e dei corsi idrici, della montagna a partire dalla
valorizzazione del lavoro di comparto, dalla difesa dei livelli occupazionali, dal rilancio dei salari e
delle condizioni di lavoro, anche mediante lo sblocco del contratto nazionale.
L’impegno della Fai Nazionale e’ stato, inoltre, molto importante, deciso ed in alcuni casi risolutivo
nella gestione dei tavoli su molte crisi aziendali presso il Ministero dello Sviluppo e del Lavoro con
risultati positivi per la tenuta dei livelli occupazionali e per la continuità produttiva di molte realtà
di impresa.
In una stagione in cui la contrattazione e i corpi intermedi sono stati posti sotto duro attacco,
abbiamo conquistato rinnovi di grande valore e prospettiva.
Risultati che hanno conferito al sindacato vera autorità contrattuale al servizio dei lavoratori e del
Paese. Così nell’industria alimentare, così nella cooperazione alimentare e nella piccola e media
impresa alimentare, così negli accordi per la cooperazione agricola, per i consorzi di bonifica, fino
ad arrivare al contoterzismo e alla pesca.
I nuovi contratti hanno coinvolto una platea complessiva vicina al milione di persone. Tanti gli
elementi che hanno dato corpo alla visione contrattuale della Fai-Cisl. Vale per la partecipazione
dei lavoratori alle dinamiche d’impresa; per l’aggiornamento degli assetti contrattuali; per il
potenziamento dei rapporti paritetici. Vale per il contrasto alle disparità di genere, per
l’integrazione dei diritti contrattuali ai non italiani, per il consolidamento di welfare integrativo,
formazione congiunta e nuove modalità di telelavoro e lavoro agile.
Tante novità che contribuiscono a migliorare le condizioni di lavoro e rilanciano in concreto il
valore reale dei salari. Si aggiungono incrementi retributivi che non si limitano ad una logica
difensiva, ma aumentano concretamente il potere d’acquisto dei nostri lavoratori rilanciandone i
consumi. I rinnovi garantiranno entro il 2020 lo sblocco contrattuale di oltre 4 miliardi di euro.
Risorse che renderanno più pesanti le buste paga, alle quali si aggiungeranno i frutti di una
negoziazione decentrata territoriale e aziendale più forte ed estesa.
Le salite non sono mancate. Già nei primi mesi di gestione commissariale, e fino ad oggi, abbiamo
lavorato contro forze interne ed esterne per riguadagnarne governabilità, trasparenza, certezza
delle regole. Abbiamo operato per ripristinare buona gestione amministrativa, verso la necessaria
certificazione etica dei bilanci da parte di aziende esterne. Abbiamo aumentato i trasferimenti
alle strutture territoriali, legando l’erogazione di ogni euro a precisa progettualità. Abbiamo
condiviso, assimilato e applicato un codice etico di assoluta importanza, che impegna i dirigenti
dell’Organizzazione ad operare in coerenza con i più rigorosi precetti deontologici e morali.
Insomma: abbiamo prosciugato e sanato stagni troppo a lungo non presidiati ed operato
interventi e provvedimenti finalizzati al pieno e rigoroso rispetto delle norme in materia di utilizzo
delle risorse, tesseramento, gestione oculata del patrimonio finanziario e immobiliare della
Federazione. Era necessaria una forte discontinuità con il passato caratterizzato da pesanti e
ingombranti “ombre”! Ancora oggi, alcuni, continuano ad “agitarsi” nel tentativo di frenare o
condizionare il nuovo corso.
Se siamo riusciti a superare le difficoltà trasformando i rischi in opportunità è merito del contesto
di ritrovata unità e coesione della nostra Federazione, ad ogni livello. Grazie, dunque, al lavoro e
all’impegno di tanti delegati, quadri, operatori, dirigenti che nei luoghi di lavoro, sui territori e
nelle strutture regionali si sono spesi senza risparmiarsi remando nella stessa direzione. Un gioco
di squadra che ha portato risultati concreti e ci ha fatto crescere, rimettendo al centro
dell’attenzione e dell’agenda nazionale il ruolo della contrattazione nei settori dell’agricoltura,
dell’industria alimentare, dei comparti ambientali, della pesca.
Motore di questo corso, anche una formazione sindacale riavviata, potenziata, resa organica alle
strategie organizzative e alle politiche dei quadri. La Fai ha attivato un piano formativo pluriennale
che ha dato vita a tanti importanti cicli formativi rivolti a giovani operatori, delegati e dirigenti ad
ogni livello. Vanno in questo senso i corsi ed i seminari sulla contrattazione, la pariteticità, il
welfare, la rappresentanza; vanno in questa direzione gli approfondimenti per i divulgatori della
bilateralità; seguono questo faro, ancora, gli aggiornamenti su anagrafe degli iscritti e gestione
della contabilità. Uno sforzo che ha coinvolto e sta coinvolgendo tutti i livelli organizzativi sia nella
sede nazionale del Centro Studi Cisl, sia nelle sedi decentrate regionali e interregionali. Dopo una
fase di appannamento, nell’ultimo biennio si sono tornati così ad esaltare i momenti di crescita
culturale, sindacale e di aggregazione delle Fai del Nord, del Centro e del Sud.
Una politica che ha dato frutti anche in termini di dinamiche associative. In questi due anni la
Federazione non si è limitata a interrompere la dolorosa emorragia di iscritti che l’ha colpita fino al
2014. Ha decisamente invertito la rotta. La Fai è infatti cresciuta, radicandosi ed estendendo la
propria rappresentanza tra i giovani , le donne , gli immigrati , tra i piccoli produttori (Asssolapa)
con l’ingresso di oltre 15 mila nuovi associati, pari a un incremento di oltre il 7 per cento degli
iscritti.
La politica del proselitismo va ancora meglio sviluppata nel territorio per recuperare pezzi di
rappresentanza nei nostri comparti presidiando meglio luoghi di lavoro, leghe, rivendicando
maggiore attenzione e disponibilità verso i nostri associati dalla rete dei servizi della CISL.
L’azione deve continuare ora nella direzione dell’innovazione e del cambiamento, del
rinnovamento e della trasparenza e, soprattutto, del pragmatismo e della concretezza. Il solco è
quello tracciato a livello confederale da Annamaria Furlan: una linea politico organizzativa fondata
sul rigore e la limpidezza dei comportamenti, sul pieno rispetto delle regole interne, su forti valori
etici e morali. Questioni ineludibili se si vuole un sindacato credibile e accreditato, dai propri
associati e da tutti i cittadini. Questa la linea per rinsaldare il ruolo di una Fai autonoma, libera,
autorevole. Questo il sentiero per una Federazione più vicina ai bisogni della persona e
naturalmente tesa alla solidarietà, alla coesione, al bene comune.
QUESTA LA STRADA PER PRENDERE INSIEME, SALDAMENTE, LE REDINI DEL PRESENTE E
PROIETTARCI DA PROTAGONISTI NEL FUTURO.
Segreteria Nazionale Fai Cisl